Ma non prendetela troppo sul serio, continuerebbe il titolo perdendo decenza in quanto troppo lungo. La mia sarà una riflessione da privilegiato, da nemico dell’umanità e di tutto ciò che è sacro. Quindi preparate i forconi, aizzate gli schnauzer e accendete le torce. In città c’è un nuovo nemico da giudicare.
Credo che impegnarsi per fare dei regali sia qualcosa di imprescindibile. Con questo non intendo dire che bisognerebbe spendere tutto lo stipendio del mese, incluse tredicesima, quattordicesima, ennesima e via discorrendo, ma che sarebbe significativo non prendere questa “attività” come una scocciatura da superare per concludere l’anno in bruttezza. Capisco che a volte possa non essere entusiasmante, che in alcuni casi sia addirittura complicato per delle mancanze concrete, economiche in primis. Le seconde le scuso totalmente, non sono un bruto, ma il primo motivo lo trovo, come dire, da scansafatiche. Adesso, anche la pigrizia va rispettata intendiamoci, ma poi non andiamoci a lamentare se i nostri rapporti si deteriorano. I rapporti con le persone vanno coltivati pensiero dopo pensiero e sforzarsi per trovare il dono giusto per la persona giusta è esattamente parte di questa botanica dell’amicizia e del galateo. Un galateo tutto contenuto e niente forma, non vorrei mai limitarmi al bon ton da salotto o all’uso sapiente di tutte quelle maledette posate diverse.
“Fare un pensierino”.
Una frase ripetuta e sentita fino alla nausea. Questo banale accostamento di parole racchiude però il segreto di tutto questo discorso. Consegnare un regalo ad una persona significa dimostrarle che in un momento imprecisato della propria vita, durante la fila alla cassa del supermercato, mentre gli scaricatori di porto impreziosivano i loro vestiti di odori ancor migliori, o davanti alla porta di uno studio notarile, era nel centro dei nostri pensieri. Oppure nei dintorni, ma pur sempre presente.
Di brutta aria ne tira già tanta senza il nostro zampino, non credete anche voi?
Avete mai osservato attentamente il volto di una persona che riceve un regalo inaspettato? Nonostante valga anche quando il regalo è atteso, non trovate emozionante vivere di riflesso il sentimento prorompente nell’altro?
Quando si riceve un regalo si sorride, con la bocca e con gli occhi.
Ho visto persone sorridere anche di fronte a dei calzini a tema fattoria, delle spatole minuscole per una cucina per bambini e per ciuffetti colorati che sarebbero dovuti essere parrucche per le dita.
Di fronte a questa fenomenologia del regalo, avete ancora il cuore di rifiutare questa piccola attenzione?
Siete per strada, il clima è festoso, il Natale è alle porte. I parenti vi attendono, qualche chilo di troppo anche. I bambini scaldano i motori, gli adulti preparano le correzioni per il caffè e le dispongono in fila sopra al mobile buono, quello del salotto. Avete una lista di persone, qualche vaga idea in mente. Il portafoglio ha paura di alleggerirsi troppo, voi avete paura di strafare o di limitarvi.
Eppure siete là, partecipate al concerto delle festività umane consapevoli di storture e di ambiguità, di ipocrisie e asce di guerra poggiate sotto al tavolo del cenone.
In tutto questo dovete fare cose, inventare cose, prevedere cose.
State contribuendo a questo incredibile momento. Sprechi e gioie.
Siete vivi.
E direi che per una volta tanto basta.
Un carpe diem ben dosato, come la correzione del caffè.
E sì, ho descritto proprio una festività di stampo occidentale e capitalistico, faccio mea culpa laddove necessario.
Buone feste a tutti, agli scansafatiche come ai volenterosi, e ricordate che a volte anche una presenza imprevista può essere un regalo.
E magari potrebbe anche essere divertente!
Ci sono sbagli che hanno delle conseguenze tremende e sbagli che, fortunatamente, sono piuttosto innocui. In generale però reputo sia…
Mi fa molto piacere! Te lo consiglio davvero 🙂
E’ sicuramente così, ma ormai alla mia età ho imparato a fregarmene anche del galateo, preferisco dire quello che penso,…
Si, sono d’accordo con te!