Con piglio sicuro

E’ bello fare i conti con la multiformità della vita perché è come prepararsi a combattere una creatura che sta nell’angolo come i pugili durante la pausa tra un round e l’altro, una creatura capace però di evolversi, mutare, istallare sul suo corpo dei marchingegni potenti e sconosciuti tali da far impallidire i ciuski di Doraemon. Tu le sferri un pugno e lei si adatta modificando la costituzione del suo busto. Et voilà, ecco ottenuta un’armatura plastica e resistente agli urti. Non ci stai, ti senti intelligente e adattivo, decidi quindi di cambiare approccio e strategia. Passi ad un calcio basso, una mossa scorretta in questo tipo di competizione, ed ecco che lei, anzi Lei, si riconfigura fino a fluttuare. Ti volteggia sopra la testa, sbeffeggiandoti involontariamente. Il senso di sconfitta è cocente proprio per questa sua mancanza di intenzionalità.

Diamo un volto a questa Lei, a questa versione da battaglia della realtà, un’idra dalle teste che non solo si riproducono al doppio della velocità con la quale vengono mozzate, ma che oltretutto nel mentre hanno il tempo di farsi un caffè e di mangiare una brioche. Quale volto migliore se non quello dell’amata televisione? Un elettrodomestico, è lecito chiamarlo ancora così?, che ha popolato la nostra infanzia e la nostra crescita un po’ come una nonna androide (avete pensato anche voi alla domestica dei Jetson? E vi siete chiesti inoltre se abbia mai sognato pecore elettriche?).
Immaginiamo quindi una delle trasmissioni più classiche nelle quali ci si potrebbe imbattere durante una sessione di zapping estremo: il telegiornale. Sono le otto e qualcosa, zerozero nello specifico, e una sigla da ascensore entra nelle nostre orecchie non richiesta. Rimbalza sull’incudine che voleva essere un falcetto e sul martello contento di sé stesso. Un presentatore dallo charme istituzionale ci saluta, ha un sorriso ammaliante ma non malizioso. Ci mette a nostro agio e la sua postura trasmette una strana febbricitante attesa che non pensavamo di provare. Cos’è questa suspence? Cosa ci stai per comunicare O Grande Informatore? Allunga il braccio e poi la mano, lo sguardo viene centrato dalla camera, l’obbiettivo ammicca, il conduttore posiziona i suoi fogli, li allinea e poi ne sbatte delicatamente la parte inferiore sul duro legno della scrivania del colore dello studio, facciamo un rassicurante azzurro, a naso. Parte con piglio sicuro, ha perfettamente in mente la rassegna che deve portare a termine, conosce il suo mestiere e il suo pubblico. Sa che in casi di emergenza un elenco verrà in suo soccorso e magari un gobbo invisibile gli suggerirà da lontano la risposta esatta. Noi spettatori non penseremo “povero Quasimodo”, soltanto “dacci ciò che ci spetta”.

Notizia numero uno.
Occhi contriti, dita decise e ferme, tono alto e sostenuto. Una crisi politica dalla portata insondabile. Il titolo è tanto catastrofico da bucare lo schermo e arrivare dritto al cuore come una freccia. E’ una questione sentita, sentitissima. Seria, serissima. Un inviato dal Palazzo, nel Centro della questione, tra i Grandi Protagonisti ci informa del fatto che la maggioranza si è spaccata su un decreto relativo al condono di appartamenti costruiti senza rispettare le norme antisismiche.
Aggiornamento dell’ultimo istante.
Abbiamo la metratura precisa. Quarantasette metri quadri, quattro persone in tutto. E’ una questione di principio, chiaramente una questione di principio. Ma la maggioranza andrà avanti in qualche modo, ha superato crisi ben peggiori come la regolamentazione della lunghezza delle mazze da golf e dell’altezza massima che può raggiungere una pila di cassette della frutta subito fuori dagli alimentari.

Notizia numero due.
Le ciglia si piegano quasi sinuosamente, le unghie brillano grazie ai riflessi dei riflettori dello studio tanto che sembra di intravedere dei residui di smalto. Un nuovo bombardamento, immagini strazianti di strade desolate, edifici che prima c’erano e adessononcisonopiù. Un bambino viene inquadrato mentre stringe con la manina destra un peluche marrone, la sinistra è tutta intenta ad afferrare la vita che ha perso a causa di conflitti troppo più grandi di lui (questo ci viene detto dalla voce suadente di colui/colei che ha montato il servizio, per la gioia della prima serata). Una guerra senza precedenti, uno scontro che sembra senza fine, una battaglia dopo l’altra a suon di morti civili. Calpestati i diritti umani, calpestate le colluttazioni ideologiche del secolo passato. E’ dolore dolore dolore. E, ovviamente, ci tengono a farci sapere che non c’è soluzione soluzione soluzione. Mostri e burattinai si nascondono in bunker segretissimi e da lì governano i magheggi sinistri delle loro organizzazioni. Forse è coinvolto quel leader autoritario, sappiamo bene quale, quello verso il quale ammiccano gli spasimanti nostrani, nostalgici del mento prominente e del colore che addosso sfina. Hanno un nome per il colpevole? Prendi nota che domani ci facciamo sopra un editoriale.

Notizia numero tre.
Le nocche danno forma ai capelli laccati e voluminosi, che tocco di classe, sembra naturale, sembra davvero naturale. Sul red carpet più famoso del mondo una personalità, ma che dico, una Vera Personalità, si mostra in tutta la sua fragile forza, nella sua sopravvalutata bellezza e nella sua ossimorica certezza. Ha un diadema di rubini incastonato sulla chioma fluente e una catena di lapislazzuli e smeraldi che le cinge il busto, poi la vita, le caviglie, il collo del piede, la fibbia dorata dei sandali e poi su a risalire, fino al collo (stavolta quello della testa). Il suo vestito è così disinibito ma al contempo pudico, è guardingo, ma consiglia spregiudicatezza. Com’è accattivante, come ispira fiducia. Com’è emancipatorio, com’è tradizionale.
Cosa ci stanno facendo vedere? Perché tutti questi dettagli, cosa ce ne importa della cavigliera elettronica trovata vicino ai bidoni della spazzatura di una celebrità che ha smosso mari e monti (e intelligence) per assistere alla finale di softball subacqueo della sua squadra del cuore?
Eppure ci interessa, non abbiamo cambiato canale. E’ paradossale ma siamo ancora qui.
Sei ancora qui.

Notizia numero quattro.
Il presentatore viene colto impreparato, ha un dito nel nas-
Hai cambiato canale, hai spento la televisione.
L’hai accesa di nuovo, sei coraggioso/a/*/00111 dopotutto. Vedi immortalata nello schermo una valle alpina, poi un quadro rubato e finalmente ritrovato, un altro mai voluto e finalmente dimenticato, un’agenzia di viaggi che ti spedisce senza valigie nel profondo della foresta amazzonica (è un reality, non preoccuparti!), uno show dedicato ai posteggiatori abusivi, un altro a quanto è bello fare la pizza con il forno a legna.

Basta! Cos’è questa fiumana incoerente?
Interrompi la trasmissione, torni al tuo salotto, alle certezze spicciole della vita. Cessi il confronto con l’idra, con Lei, con la creatura.
Vedi il libro sulla credenza, parla dei criminali più famosi degli anni ’70. L’attenzione si sposta sul lampadario di cristallo ereditato da … non ricordi chi.
Scorri con il dito le pareti, un poster dei Kiss e uno degli N-Sync, una riproduzione in scala del cannone che ha affondato l’ultima nave turca durante la Battaglia di Lepanto. Citofona qualcuno.
Salvezza, cruda, agognata, concreta materialità!
Ma dalla porta non entra nessuno.
L’ascensore è fermo, le luci sfarfallano.
Buio.
Inquietudine.
Disagio, spleen e ideale.

Sorpresa!
Era uno scherzo, tutto uno scherzo.
So che non ci hai creduto.
Ti ricordi l’altro pugile, quello all’angolo? Ti ha sferrato un sinistro portentoso e sei finito a terra. Non preoccuparti, andrà tutto bene, quando si sogna si vedono cose strane.

Sei sveglio, gli uccellini cinguettano in pieno centro.
Che bella giornata! Hai proprio voglia di fare una passeggiata.
E perché no, potresti anche fermarti in libreria a comprare un libro sul pugilato, per qualche motivo ne hai molta voglia.

P.S. Troppo? Troppo.
Photo by Joshua Hoehne

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