Un gracile vichingo: il giovane Holden

Essere schietti e diretti è un po’ come entrare in una sala dove si sta giocando a poker e mettersi a ballare stupidamente su un tavolo. Significa rovesciare le regole della competizione, sfogliare la cipolla delle convenzioni che si è andata costruendo, strato dopo strato, affinché le regole della convivenza divenissero tali.

Il buon senso comune è utile, è sciocco girarci attorno. È una bussola oppure un’indicazione su una carta geografica. Ti dice per quali vie si sono dirette le persone venute prima di te e in qualche modo ti conforta, testimoniando il fatto che ogni intoppo momentaneo, ogni ostacolo che può apparir insormontabile, non è altro che un sasso calciato via da innumerevoli individui nella storia. Può ispirarti e rassicurarti, spingerti ad agire, a migliorarti, a confrontarti con chi hai intorno. E spesso seguire le gloriose orme di chi è riuscito in comporta un progressivo adattamento, una riconfigurazione personale.
Si tace di fronte ad un atteggiamento sgradevole senza sottolinearlo. Si passa sotto silenzio un discorso crudo ed eccessivamente parziale perché commentarlo significherebbe turbare l’armonia dell’atmosfera. Si finge di apprezzare una compagnia perché il terrore di rimanere soli, o peggio, di essere considerati asociali, è infinitamente peggiore dello scacco di sopportare una personalità grigia, monotona, superficiale. Si tengono in considerazione fattori multipli in ogni circostanza, senza però dedicare ad essi un’attenzione speciale. Semplicemente succede, accade che per far “andare lisci” gli eventi gli angoli della stanza vengono smussati, le asperità del terreno livellate e le distanze tra i protagonisti colmate. Questo comportamento diplomatico ha il pregio di non scatenare mai delle vere esplosioni di sentimento, ma al contempo irrigidisce l’espressione delle emozioni stesse, rendendole convenzionali. Quasi fossero un vezzo, una posa. Un gesto come un altro da esibire nel frangente opportuno, di fronte ad una tazza di tisana oppure ad un delizioso assortimento di biscotti fatti in casa. Lottare per il pareggio, ecco come definirei questo atteggiamento. Giocare per l’estremo equilibrio, coprendosi di un’armatura solida entro la quale non passa nemmeno uno spiffero d’aria. Certo, l’armatura in questo caso protegge, tiene al sicuro, ma impedisce anche l’ingresso a tutti quegli stimoli che potrebbero sorprendere e arricchire un’ora, una giornata, una vita intera. Bardati nelle nostre convinzioni, circondati dai cuscini delle convenzioni, a volte ci troviamo impreparati ad affrontare qualcuno che ha il coraggio, o la naturalezza, di dirci in faccia quello che pensa. Di sé stesso, di noi, dell’esistenza in genere. Ci coglie impreparati, come se stesse parlando una lingua diversa. Perché, sotto sotto, non siamo più abituati ad una comunicazione tanto diretta e priva di fronzoli vari. Senza omissioni, bugie bianche e tentativi di manipolazione. Ciononostante, il momento in cui la vita ci pone sul picco di una montagna arriva per tutti, anche più di una volta, e contro la forza di gravità è difficile fare i conti. Non ci sono placche di comfort zone che tengono né cuscini di strategie di coping in grado di attutire la caduta. Anzi, in alcuni casi, affrontare le avversità a petto nudo è meglio per capire sé stessi e l’entità del colpo che si sta per ricevere o evitare. Bisogna fare come i vichinghi, ecco, come i vichinghi.

Il giovane Holden Caulfield è uno di questi vichinghi. È un ragazzino di circa sedici anni, è appena stato sbattuto fuori dall’ennesima scuola dall’ottima fama e non sa che farsene del mondo degli adulti, che trova cinico, falso e, soprattutto, ipocrita. Per lui è ipocrita sorridere quando non si è d’accordo con qualcuno. Quando si dice “è stato un piacere” senza pensarlo. Quando ci si comporta in modo tale da rispettare le aspettative che gli altri hanno costruito intorno a te senza considerare i tuoi sentimenti.
Holden è un ragazzo problematico, su questo non ci piove. È un vagabondo potenziale, un Jack Kerouac letterario. Tra le sue qualità principali ce n’è una che spicca sulle altre: la sfolgorante schiettezza che lo porta a dire “non capisco”. Ebbene sì, può sembrare scontato, ma il giovane Holden quando ha l’impressione di aver smarrito il senso di ciò che sta facendo si ferma e si interroga. E se non trova una soluzione, dopo aver passato in rassegna tutti gli atteggiamenti che mal sopporta, ammette candidamente di non capire.
Holden è un adolescente alle prese con un periodo particolarmente duro. È un diverso, un fuoricasta. Un ragazzo che si ritrova nei panni dell’anticonvenzionale pur volendo godere della vita come tutti gli altri, un ragazzo folle che spesso si definisce “pazzo” perché fa cose che normalmente verrebbero viste con diffidenza. Sogna ad occhi aperti delle fughe improbabili preferendole a ciò che lo aspetta nella vita di tutti i giorni. Pellegrina da un bar all’altro, da un drink negato all’altro, alla ricerca di una svolta, di un punto di vista che possa salvarlo o tuttalpiù illuminarlo. Questo, il giovane Holden, non lo ammetterebbe mai, ma non per mancanza di sincerità, bensì per mancanza di autoconsapevolezza. Ha dei traumi che traspaiono qua e là nelle sue riflessioni e sui quali non si sofferma mai abbastanza. Non ti permette, a te lettore, di cogliere i moventi più intimi della sua anima. Ti accompagna fin sulla loro soglia e infine ti chiude la porta in faccia, senza concederti uno straccio di rassicurazione.
Holden è scafato, sa essere socievole, gentile, acuto.
Holden è un giovane adulto problematico, sa essere maleducato, infantile, collerico.
È un personaggio che si mostra in negativo, non nel senso che compie azioni biasimevoli, bensì che si svela nell’opposto di ciò che fa. L’intenzione, nel suo caso, spesso non combacia con la realizzazione. È un adolescente scisso a metà, tra il nichilismo e il feroce attivismo. Il suo corpo si muove di continuo, è nervoso come la maggioranza dei personaggi del libro, ma la sua mente corre ad una velocità irraggiungibile e tali sono i suoi veri sentimenti. Odia un presunto amico, eppure lo spalleggia e lo copre. Ci combatte, da pavido qual è incassando e basta, e malconcio ne prende le distanze. Per poi realizzare cosa? Che gli manca. Che tutto gli manca dopo averlo lasciato ai margini della propria vita per un periodo di tempo accettabile.
Holden cerca l’impegno attraverso il disimpegno e viceversa, quando desidera una conversazione intelligente manda a monte il piano fissandosi su questioni infantili e superficiali mentre quando non vorrebbe far altro che dormire e riposare la sua mente sovreccitata si ritrova nei panni dell’ascoltatrice passiva di fronte ad una conversazione monologica, seria e profonda.
Ciononostante, all’interno di questo calderone di difficoltà e perversioni, il giovane Holden affronta di petto le difficoltà della vita. È inadeguato ed esse sono più pesanti di ciò che è in grado di trasportare con le sue sole forze, ma prima di scoprirlo deve necessariamente avere esperienza delle sue forche caudine. In questo romanzo di formazione fallimentare c’è più densità umana di un qualsiasi altro bildungsroman all’inglese o alla francese, dove le vicende si risolvono nel matrimonio oppure nell’adulterio. Il giovane Holden, simbolo di una generazione intraducibile come il titolo originale del romanzo, è questo.
Lotta contro le convenzioni e la loro accettazione acritica.
Lotta contro le mistificazioni e la povertà spirituale di un’intera epoca.
Lotta contro sé stessi a favore di sé stessi con sé stessi.
Per essere, o diventare, una persona in grado di farsi carico di questa responsabilità c’è bisogno davvero di un vichingo, anche se gracile, magro e piuttosto codardo.
E il giovane Holden è vivo, molto più vivo di tanti altri.

Photo by Caleb Woods

2 risposte a “Un gracile vichingo: il giovane Holden”

  1. leggendoti di sguincio, ho deciso di seguirti, ma poiché mi sembra un blog interessante scritto in un modo frizzante, mi son promessa di ripassare tra i tuoi articoli con maggiore tempo e concentrazione.
    Un sorriso e… bentrovato. 😊

    "Mi piace"

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un’icona per effettuare l’accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s…

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: