C’è questo ragazzo che, scioccamente, si è ritrovato nei panni dell’aspirante scrittore (e non amava i Beatles e i Rolling Stones). Che farsene dei suoi sogni pecorecci e un po’ infantili? È tutto da scoprire.
Meglio raggranellare quel che è certo, così da prendere le mosse su un terreno solido. È d’uopo (l’uovo dell’upupa?) raccogliere le informazioni e porle in fila, a rassomigliar delle belle formichine (io mi chiedo per quale motivo mi debba rendere ridicolo quando voglio/devo parlare di qualcosa che asseconda il mio interesse. C’è tipo questa vocina sciocca nella mia testa che dice “Vuoi parlare della mafia, di psicologia cognitiva, di sfruttamento minorile? Prego, accomodati! Eccoti una lista di parole adatte e pertinenti! Come, come? Vorresti pubblicizzarti e uscire dal tuo cantuccio miserando? Giammai! E sai come ti impedirò di riuscirci? Facendoti usare termini come miserando, giammai e, che ne so, testolina”)
Le informazioni sono presto dette-fornite-schiccherate: due dei libri che ha scritto, Quadri Quotidiani (se amate poesie da rivendere su Instagram) e Foglie di Cotone (se amate romanzi irreverenti e scorticagioielli), saranno gratuiti in formato ebook dal 19 al 23 aprile! Dove? Su Amazon. Per quale motivo? Perché lui e la convenienza sono rette parallele che non si incontreranno mai. Se potesse lanciare il frutto del suo lavoro dall’abitacolo di un aeroplano – sì, mi sto immaginando nei panni di un novello Gabriele D’Annunzio, così, giusto per alienarmi le simpatie di proprio tutti – lo farebbe senz’altro. Non tituba quando si tratta di farsi un danno da solo. È un … autolesionista intellettuale! Come fosse un vanto. (ma per essere un giullare bisogna fare questo e altro. Giuro, è scritto sul contratto. Contratto ottenuto dopo un esame. Esame necessario per l’inserimento nell’Albo. È una lunga storia).
C’è questo giullare
che si sente ilare
sbaglia le rime
non sa continuare
gli han detto che è rozzo (finire per -are),
se ne vuole fregare,
che ci può fare.
Non saprebbe dire con esattezza da dove venga la sua volontà di diventare uno scrittore. Certo, potrebbe snocciolare qualche aneddoto divertente, tipo l’ispirazione suscitatagli (molto giapponese) da un episodio di Phineas e Ferb oppure la reazione allibita di sua madre e di un suo amico delle elementari quando lesse (non come il cane) loro la sua prima “poesia”, ma non varrebbero davvero quel che, in qualche modo, si è annidato, conficcato ed espanso in quella testolina piena di campanelli che si ritrova. La verità – la ridondante vera verità con tanto di “ah-ah!” finale – è che non lo sa. Immagina sia anche per questo che scrive. Messa in questi termini sembra o non sembra una quest – pardon, una quete – labirintica che parte dal punto A solo per approdare allo stesso punto A, magari specchiato, magari in negativo, magari magari?
Il suo senso dell’umorismo è confusionario. Oppure è confuso, deve ancora capirlo. Ma il fatto è che non c’è un punto fermo in questa breve discussione. O meglio, ci sarebbe pure, ma avrebbe bisogno di tempo per svolgerlo ben bene, come un tessuto sul letto prima di piegarlo e riporlo nell’armadio.
C’è questo giullare sbadato
che ha il pallino di venir ascoltato
improvvisa (il cervello ha bacato),
da adulator s’è fatto adulato.
Ma quale adulato e adulato,
(che a ripeterlo ha perso di significato)
ha scambiato del lupo l’ululato
con un applauso, il disgraziato.
È la captatio benevolentiae più strana che abbia mai scritto. Chissà perché non funziona mai!
Se vi sono sembrato simpatico … sapete cosa fare.
Photo by Rachel
Un giullare che lancia libri gratis dal finestrino in maniera perfettamente normale

2 risposte a “Un giullare che lancia libri gratis dal finestrino in maniera perfettamente normale”
Personalmente mi verrebbe da chiederti ma perché regalare i tuoi libri? Non potrebbe essere sufficiente postare di tanto in 5anto sul tuo blog appunto una poesia oppure un racconto col link di dove acquistare il libro? Perché regalare il proprio lavoro?
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Non lo dico per scherzo, sono una frana con la promozione. Devo avere un qualche tipo di pregiudizio o ritrosia istintiva nei confronti di chi si fa pubblicità da sé. So bene che regalare il mio lavoro non sia esattamente saggio ma, alla fine dei conti, non scrivo per un tornaconto economico, ma solo per cercare di trasmettere quello che ho da dire. Se le persone sono ostacolate anche solo dal vedere che un libro costa 89 centesimi … be’, io levo anche quelli.
Ovviamente significa spendere sudore su un altro lavoro, che la gentilezza costa cara a chi la offre!
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