Quando si vuole imparare qualcosa è bene partire dalle basi. Sebbene gli adulti abbiano maturato nel corso della vita una quantità considerevole di nozioni, informazioni e conoscenze, ciò non significa che possono carpire con facilità i segreti delle tecniche e delle discipline più disparate, soprattutto quando non sono mai entrati in contatto con esse. Pur trovandosi di fronte ad una persona dotata e talentuosa, un ripasso delle fondamenta non nuoce mai. Repetita iuvant, dicevano i latini, e dimostrare di padroneggiare le strutture basilari di una tecnica è il presupposto per crescere, migliorare e perfezionarsi.
Cos’è, dunque, un testo? Un testo è il risultato della scrittura di un pensiero. Corrisponde all’atto di concretizzare la riflessione su un dato argomento seguendo determinate regole. L’argomento è la tematica presa in esame dal testo, ad esempio la bellezza delle rane, una scampagnata in montagna oppure una ricostruzione attenta dei motivi che hanno portato all’ingresso dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale. Bisogna tenere a mente che non esiste testo senza un’idea centrale. Quest’idea è il cuore del messaggio che si vuole trasmettere. È il nucleo principale che determina la scrittura stessa. Quando non si ha ben presente la sostanza di quel che si vuole esprimere, il dettato non può che venirne condizionato irrimediabilmente. La scrittura non è un atto fine a sé stesso e, sebbene sia banale affermarlo, non ha una volontà propria. L’impressione di un’ispirazione che cerca il proprio canale per propagarsi nel mondo è fallace, illusoria. Non esistono vati incaricati di diffondere il verbo della verità perché scelti da entità metafisiche. L’atto di vergare la carta, o la pagina informatica di un computer, con dei segni dotati di significato risponde ad un’intima necessità umana: quella di esprimersi, trovare il proprio posto nel mondo e tessere rapporti significativi con l’ambiente in senso largo.
Le caratteristiche principali di un testo sono le seguenti: deve essere completo, pertinente, formalmente adeguato e rilevante.
La completezza è dovuta all’organicità del testo stesso, alla capacità di trasmettere un messaggio autosufficiente che non ha bisogno di ulteriori ricerche per essere compreso nella sua totalità. Parlare di una giornata al mare senza nominare la spiaggia rischia di confondere il lettore poiché, legittimamente, si chiederà se abbia capito o meno il punto del discorso. Il punto del discorso, corrispondente all’idea centrale, deve essere chiaro. Può essere esplicito, quindi stagliarsi nel bel mezzo del testo come uno scoglio ben visibile, oppure implicito, ossia trasparire nelle maglie del dettato attraverso suggerimenti e indizi. Una lettura dominata dall’ambiguità e dal mistero, sebbene possa essere stimolante a seconda delle intenzioni del testo, rischia anche di essere poco scorrevole e potenzialmente frustrante.
Un testo è pertinente se riesce a seguire la traccia senza sbandamenti eccessivi. Immaginatolo come un treno, deve necessariamente seguire i binari del suo percorso. Ammette curve, scambi e velocità differenti, ma non il deragliamento. Discorrere di un libro di cucina utilizzando termini che fanno capo al campo semantico della fisica, ad esempio, è fuorviante. Ciò non significa che non si possa fare, ma bisogna tenere a mente la coerenza interna dello scritto ed essere consapevoli dei propri limiti compositivi. In astratto, un grande autore potrebbe anche decidere di scrivere un intero racconto dal punto di vista di un cavallo – è l’esempio portato da Sklovskij per spiegare il concetto di straniamento – ma prima di poter deviare dalla norma stilistica, di fatto concedendosi un’allegra licenza d’autore, è necessario conoscerla a menadito. Sperimentare significa disattendere le regole con consapevolezza, ossia generare uno scarto significativo e valido tra quel che ci si aspetterebbe e quel che invece viene effettivamente detto o fatto.
Un testo è formalmente adeguato se il lessico impiegato è coerente con l’argomento trattato e se la sintassi viene rispettata.
La rilevanza, invece, è una variabile individuale. Un testo, per essere scritto, ha bisogno di una mente che lo concepisca e di una mano che esegua il suo volere. Tecnicamente, quindi, si può anche descrivere qualcosa di superfluo e irrilevante. Le dimensioni di un pelo sulla gamba, la bellezza di una borraccia che si vede dal mattino alla sera sempre nello stesso posto, il bruco che lentamente si fa strada verso il prossimo centimetro di terra. Ogni spunto ha in sé la possibilità d’essere intrigante, interessante e speciale. Ciononostante, è un discorso che vale soprattutto per i testi liberi e non determinati da consegne di qualche tipo.
Ogni testo, per essere chiaro, ha bisogno di una frase chiave. La frase chiave è quella frase che, all’interno del testo, mette in evidenza l’idea generale. Scriverne una adeguata è fondamentale per ottenere una comunicazione limpida. La frase chiave non deve essere fuorviante, oscura o generica. Preferibilmente, non è nominale, quindi la sua struttura prevede almeno un soggetto, un verbo e un complemento oggetto. Può essere arricchita con deliziose subordinate, ma non deve risultare eccessivamente densa. Deve colpire l’immaginario del lettore e rimanere impressa nella sua mente. È la bussola per orientarsi all’interno del testo e può giovarsi dell’aiuto delle figure retoriche per suscitare la voglia di continuare a leggere.
Esistono più tipi di testo. I principali sono quattro: narrativo, descrittivo, espositivo e argomentativo. Il primo racconta le vicende di un protagonista (un essere umano, un cane, un ottovolante dal sorriso smagliante?) nel tempo e nello spazio. Il secondo si occupa della descrizione, interna o esterna, di un oggetto, un sentimento, un luogo oppure dell’aspetto adonico di un bellimbusto incontrato sul tram. Il terzo si occupa di informare ed esporre le conoscenze che si possiedono in merito ad un argomento. Il quarto ha il compito importantissimo di esporre delle tesi, argomentarle e dimostrare la presa di posizione di colui che scrive.
Riferimenti:
P. Biglia, A. Terribile. Corso di scrittura
Roba che ricordo dell’università, non ho voglia di scartabellare la libreria 🙂
Photo by Patrick Tomasso
2 risposte a “Un testo per domarli”
Esposizione molto interessante, grazie
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Sono io a ringraziarti per l’apprezzamento!
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