Tre testi si dondolavano sopra il filo di una ragnatela

Ogni testo ha le sue peculiarità. Già questo è, a modo suo, corroborante. Lo è soprattutto se si amano le commistioni, le sperimentazioni e il sanissimo gusto per la contaminazione stilistica. Lo dice il termine, la contaminazione non è ben vista da tutti. Nella storia della letteratura e della cultura, come in ogni ambito della conoscenza, si sono alternate posizioni più favorevoli e posizioni meno disposte ad accettarla. Il concetto stesso di ibrido pone delle difficoltà nella vita di tutti i giorni. È davvero funzionale una creatura a metà, che non può dirsi A e nemmeno B? Questa è una risposta difficile da fornire. Sta di fatto che, anche biologicamente, un ibrido è tendenzialmente più resistente dei due caratteri genitoriali puri. Per sicurezza sarebbe meglio approfondire questo argomento in separata sede, così da evitare castronerie per le quali non posso fornire al momento delle fonti attendibili.
Tuttavia, conoscere per confutare! Senza aver presente la struttura di diverse forme scrittorie è impossibile unirle allo scopo di generare qualcosa di nuovo e originale.

Un testo descrittivo ha il compito di descrivere una determinata realtà per farla immaginare compiutamente al suo lettore. Si può partire con l’affermare che, qualora ciò non avvenga e il lettore si trovi spaesato all’interno di un mosaico dalle troppe tessere, il testo ha fallito. Deve aggiungere informazioni rilevanti dando vita allo scenario, manifestandolo, palesandolo vividamente.
La descrizione può essere oggettiva o soggettiva. Nel primo caso ci si trova di fronte a una minuziosa descrizione di un oggetto, una persona o uno stato emotivo, elaborata con l’intenzione di non tradire la propria opinione. Nel secondo, invece, a prevalere sono le impressioni individuali e conseguentemente si avrà un testo filtrato dalla soggettività autoriale di colui o colei che sta scrivendo. Di fronte alla parete bianca di un casolare ci si può comportare in due modi: è possibile evidenziare le crepe che la rendono instabile e parlare delle piante che vi germogliano attraverso, oppure, del tutto arbitrariamente, si può affermare che quelle crepe ricordano una ragnatela pronta ad avviluppare l’io narrante. Come per la narrazione, anche qui la scelta del punto di vista è fondamentale.
A seconda dell’oggetto del testo, si può avere una descrizione interna oppure esterna. La prima riguarda prevalentemente emozioni, sentimenti e stati psicologici, mentre la seconda dimensioni fisiche, caratteristiche cromatiche e consistenze.
Intorno a cosa ruota questo lavoro di delineazione? Ad un’idea centrale. E come si esprime? Attraverso una frase chiave. Il ritornello è simile per ogni forma testuale.
Per confezionare una buona rappresentazione è necessario dare le pennellate nei posti giusti. Venti righe riguardanti il cappello istoriato di un signorotto dell’Italia feudale rischiano di essere noiose se il tema centrale del discorso è l’avventura di un contadino che vuole arruolarsi per combattere in Terra Santa. Non bisogna essere logorroici, bensì esaustivi. Mai dire tutto quello che si conosce, piuttosto, è bene sottolineare quel che può arricchire il dettato. La persona che vuole scrivere una buona descrizione dovrebbe tenere a mente che i sensi che l’umanità sfrutta per percepire la realtà sono cinque: odorato, gusto, vista, udito e tatto. Sfruttare sempre e solo immagini visive, oltre a essere ridondante, dà un’idea solo parziale e didascalica del mondo rappresentato. È necessario immergersi nella descrizione a trecentosessanta gradi per coglierne tutti gli aspetti salienti. Ne deve emergere un’impressione prevalente, ma, attenzione, deve emergere e non essere nominata troppo esplicitamente. Ricercare i termini più adatti è importante tanto quanto mostrare senza dover necessariamente dire a chiare lettere quel che s’intende. È una delle prime regole della scrittura creativa: show, don’t tell (non che valga sempre, ma se usata a dovere fa la sua figura).
Come presentare una descrizione? Dipende dal gusto personale ma, solitamente, si seguono delle direttive spaziali. Si può optare per una descrizione che parta dall’elemento più generale fino ad arrivare al particolare (dalla cornice del quadro al cappello del summenzionato signorotto), dall’alto verso il basso (i raggi del sole e poi una pozzanghera?), da destra verso sinistra (troppo facile la battuta) e dall’elemento in profondità nello scenario fino a quello più in rilievo (la nuda roccia della caverna e poi il bambinello nella culla con la paglia?).
Infine, come per il testo narrativo, è importante tenere a mente che l’uso delle figure retoriche è sempre caldamente consigliato. Per una descrizione, in particolare, si possono utilizzare la metafora, la similitudine, la sinestesia, la litote e l’ossimoro (e tante altre!).

Un testo espositivo deve fornire delle informazioni in maniera oggettiva e obiettiva e l’io autoriale non deve sentire la necessità di inserirsi tra le pieghe del discorso. Sebbene un’esposizione abbia lo scopo di informare, la scelta degli argomenti, della loro disposizione e, soprattutto, la mancata nominazione di altri dati, già testimonia la presenza di un autore dietro al testo.
Un testo espositivo non ha per oggetto esclusivamente la realtà. Anche un tema di fantasia può essere un argomento valido. Non è raro, in letteratura, trovarsi di fronte alla spiegazione del funzionamento di un macchinario inesistente o di una creatura mitologica.
Esporre significa mettere in mostra con competenza e senza faziosità. La scrittura deve essere limpida e, verosimilmente, disinteressata. Del resto, dalla vetrina di un negozio ci si aspetta il meglio che ha da offrire, non una serie caotica di prodotti che insieme rischiano di stonare pur riconoscendo in essi un valore intrinseco.
Come per ogni altro testo, ha bisogno di un’idea generale e di una frase chiave.
Le strategie per renderlo efficace sono le seguenti: sfruttare i dati (ricavati da testi specialistici, siti web attendibili, fonti verificate), fare confronti tra i risultati, definire i concetti principali per evitare fraintendimenti e citare, esplicitamente o implicitamente, studiosi della materia trattata oppure personalità ritenute autorevoli in quel campo. Inoltre, è possibile integrare delle narrazioni o delle descrizioni oggettive per coinvolgere maggiormente l’attenzione del lettore.
Il linguaggio deve essere divulgativo, prestare attenzione al destinatario dell’opera ed essere pertinente. Impiegare i termini tecnici della pallavolo per parlare di un motore a idrogeno non è la scelta più intelligente tra quelle disponibili. Precisione, competenza, sicurezza e trasparenza, queste le qualità più ricercate in un’ottima esposizione.
Infine, l’ordine del testo deve essere lineare. È necessario presentare la questione, definire i concetti chiave, disporre con attenzione dati, confronti e citazioni e concludere coerentemente con quanto scritto in precedenza.

Il testo argomentativo è simile al testo espositivo, ma è bene sottolinearne le differenze. Argomentare non è un sinonimo di esporre. Nel primo caso è necessario prendere una posizione e renderla manifesta. Non è sufficiente elencare delle informazioni, bisogna sostenerle con lo scopo di convincere l’interlocutore della fondatezza delle proprie idee. L’argomentazione è suddivisa in più fasi: presentazione della questione, esplicitazione delle tesi e postulazione degli argomenti al suo sostegno. Le idee espresse devono essere condivisibili e avvalorate da dati e informazioni verificate.
Una tecnica utile per arricchire il testo è la confutazione, ossia l’atto di mostrare le fallacie di un’antitesi per avvalorare la propria tesi. Dimostrare che la terra ha la forma di un geoide è importante tanto quanto sconfessare l’idea di un pianeta piatto a forma di cracker vagante nell’etere cosmico. In generale, le strategie del testo espositivo possono essere applicate anche a quello argomentativo.
Questo tipo di testo può essere organizzato in diversi modi: questione, prima argomentazione, seconda argomentazione, conclusione, oppure presentazione, argomentazione, confutazione, conclusione e ancora questione, confutazione, argomentazione e conclusione. Insomma, ci si può sbizzarrire.
Gli ultimi due tipi di testo analizzati condividono un’ulteriore caratteristica: più sono le fonti analizzate, maggiore sarà il controllo sul risultato finale.
In conclusione, ecco elencati alcuni errori da evitare durante la stesura di un testo argomentativo: fare riferimento alla propria azione (della serie “ho scoperto che”, “mi accingo a scrivere” e “penso che”), fingere la presenza di un pubblico, esagerare con le forme patetiche e sfruttare le formule del parlato.

Photo by David Heiling

2 risposte a “Tre testi si dondolavano sopra il filo di una ragnatela”

  1. La tua esposizione è minuziosa e dettagliata e ti ringrazio i miei studi non riguardavano la letteratura e quindi in un certo senso mi hai illuminato in un campo poco conosciuto. Riguardo alla domanda io penso che lo stile nella scrittura di un persona rimanga un aspetto misterioso della personalità. Le scuole di scrittura creativa e i testi dei più famosi critici letterari ricercano degli standard, ma il vero genio letterario è originale, pura invenzione. Pertanto dopo lo studio ricerca la tua strada, sperimenta, cerca di capire le reazioni di chi ti legge, le emozioni che riesci a fargli provare se riesci a coinvolgerli. Capisco che non ci sia nulla di scontato, ma penso che sia necessario distinguersi.

    Piace a 2 people

    • La mia alla fine è divulgazione spicciola, ma sono contento che il testo ti sia piaciuto! E sono d’accordo con la tua idea sullo stile. Lo si può certamente allenare, affinare e modificare grazie allo studio delle tecniche narrative, della grammatica e della metrica, ma in conclusione, ciò che emerge con più forza resta sempre l’impronta personale, il modo soggettivo di incastrare e rielaborare questi elementi

      "Mi piace"

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un’icona per effettuare l’accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s…

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: