Autore: Aureliano Tempera
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Bello fuggire con un romanzo in mano
Il conforto che può dare una pagina scritta è difficile da trasmettere a qualcuno che non ama la lettura. O meglio, a qualcuno che non può essere definito un “lettore forte”, che solitamente non si arrischia nelle librerie per paura che la carta lo tagli, che i volumi gli piombino sui piedi, in testa, sulle…
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Il fondoschiena di Lucignolo è inciso nella pietra
Desidero essere immortale. Desidero, ho bisogno, che ciò che ho intorno non venga scalfito dal tempo, dalle intemperie e dall’obsolescenza programmata. Ho bisogno, ambisco, di sapere di poter fare affidamento sugli strumenti che mi sono sudato, che ho ottenuto sudando copiose gocce nei miei vestiti comprati all’outlet e infine nei negozi di marca. Ambisco, dispero,…
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Zio Ben salva un mondo che ci limitiamo a guardare
L’etica è un po’ come la coscienza. È un sostantivo femminile, termina in a ed è una compagnia alquanto fastidiosa quando … si deve prendere qualunque tipo di decisione. Sì, perché non la si può rispettare una volta per ignorarla durante il resto del tempo e, peggio ancora, non la si può rispettare sempre per…
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Ay Rosalita que dolor
Nella lunga lista di ciò che destinerei al cestino nella vita quotidiana c’è un elemento che fa spesso, comprensibilmente, molto discutere. Questo oggetto dalla forma vagamente orripilante, dai contorni levigati e pericolosi, tanto che tagliarcisi il mignolino è più facile di riporlo su una qualsiasi credenza senza generare danni collaterali, ecco, questo ammasso di negatività…
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Fermo capitano, c’è qualcosa all’orizzonte
Mi sono fatto questa opinione della letteratura dell’Ottocento: volete diventare dei narratori? E’ impossibile evitare lo scoglio delle avviluppanti pagine ottocentesche. E, badate bene, parlo dei narratori e non degli scrittori. La differenza, sempre secondo la mia insulsa opinione, è presto detta. I primi si focalizzano soprattutto sulla fabula, ossia tentano di costruire una storia…
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PoesiaSette – Date un campione a questa divinità
A volte, per coloro che come me si divertono a fare gli schiccheracarte, ci si domanda quale sia oggi il ruolo, il valore?, della poesia. Partiamo da un presupposto inevitabile. Noi, di poesia, siamo circondati. Cosa, non ci credete? Eppure, a conti fatti, è piuttosto evidente. Per poesia non intendo esclusivamente dei componimenti polverosi, amabili…
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A Ricreazione con un people pleaser
Quando ero piccolo c’era questo cartone animato che guardavo molto volentieri. Si chiamava Ricreazione in italiano, era prodotto dalla Disney (quando ancora non era in vena di sole battutine ammiccanti verso tutti i tipi di pubblico possibili) e parlava di questo gruppo di ragazzini delle elementari alle prese con le sfide della loro età. All’interno…
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Un gracile vichingo: il giovane Holden
Essere schietti e diretti è un po’ come entrare in una sala dove si sta giocando a poker e mettersi a ballare stupidamente su un tavolo. Significa rovesciare le regole della competizione, sfogliare la cipolla delle convenzioni che si è andata costruendo, strato dopo strato, affinché le regole della convivenza divenissero tali.
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Viaggio al centro dell’essenza
Giungere all’essenza delle cose è complicato, quasi come fare centro per tre volte di fila giocando a freccette. La sostanza che abita sotto il velo delle apparenze, quel fluido che tentiamo di imbottigliare e riconoscere nonostante i nostri evidenti limiti, è un pessimo cliente con cui avere a che fare. A volte si lascia lusingare…
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Siamo ancora io e te, mio dolce specchio
Ho voglia di tracciare un bilancio. Non so se sia una pratica comune, se le persone si mettano sedute davanti ad un tavolino, la tisana calda alla destra, il blocchetto di appunti alla sinistra, con l’intenzione di autovalutare il proprio percorso. Io, il mio Io vero, ahimè, che ogni tanto dovrò pur cacciarlo fuori in…