Quando leggo frasi del tipo “esistono due tipi di persone …” esulto interiormente, un po’ perché va contro il mio modo di fare e pensare, un po’ perché cado comunque nel tranello e partecipo al gioco dimenticando l’inciso precedente.
Rincariamo la dose. Esistono due tipi di persone: quelli che sarebbero in grado di vendere il ghiaccio agli eschimesi e quelli che non riuscirebbero nemmeno a regalare una pietra focaia dalle proprietà magiche.
Credo di appartenere alla seconda di queste categorie antropologiche assolutamente rigorose e accettate dalla comunità scientifica.
Non so perché lo penso, forse perché mi piace ideare titoli idioti che fanno ridere solo me in barba a qualsiasi algoritmo e strategia clickbait, oppure perché il mio modo di scrivere e di parlare è un tantino sopra le righe, ma immagino sia perché uso parole come “tantino”. Ad onor del vero spesso mi ritrovo a dire anche cose come tantinello e compagnia cantanti. E’ uno dei miei guilty pleasure.
Queste erano le premesse, adesso saltiamo sui “self made man”, una di quelle nozioni che mi sono entrate in testa a forza e mi hanno plasmato. Un po’ come Hegel, le stereotipatissime protagoniste femminili degli anime e i jingle delle pubblicità dell’infanzia.
I self made man sono quei carissimi figuri (e figure oserei dire) che riescono con le proprie energie e abilità a mettere in piedi un piano ben orchestrato, tutto funzionante e pieno di glitter, capace di garantire loro un’ascesa insperata, entrate a palate e un’indiscussa aura di successo che li fa brillare durante i tea party dell’alta società. Persone che, partite dal basso, riescono con il sudore della propria fronte a guadagnarsi una discreta fetta di tranquillità.
Ora, tutto ciò è encomiabile, complimenti sinceri a chiunque riesca a incarnare questo tipo di atteggiamento. Ma, altrettanto sinceramente, anche basta con questa gara verso la perfezione e verso la commistione di ruoli diversi in un’unica figura.
Siamo pur sempre animali sociali, no? Non è necessario che un saldatore sia anche un economista, un distillatore di sostanze psicotrope e un filantropo. Così come uno scrittore non dovrebbe necessariamente sapere come vendere i propri libri, come pubblicizzarsi e diventare il nuovo fiore all’occhiello dei salotti televisivi. Che grave perdita.
E’ una crociata personale questa, non ho scuse, ma spero che qualche campanello suoni anche a voi. Ogni competenza rimanda ad un’altra abilità che a sua volta rimanda ad una conoscenza che alla fine … ed eccoci nell’ennesimo circolo vizioso. Non basta specializzarsi in un ambito in un mondo così tanto interconnesso e interdisciplinare. Questo è anche comprensibile, modern problems need modern solutions del resto.
Dopo aver accettato tutto ciò sarà una la risposta che piomberà da ogni direzione: “si chiama gavetta”.
Ed è vero anche questo.
Siamo self made man, non vendiamo sogni ma solidi igloo.
E magari potrebbe anche essere divertente!
Ci sono sbagli che hanno delle conseguenze tremende e sbagli che, fortunatamente, sono piuttosto innocui. In generale però reputo sia…
Mi fa molto piacere! Te lo consiglio davvero 🙂
E’ sicuramente così, ma ormai alla mia età ho imparato a fregarmene anche del galateo, preferisco dire quello che penso,…
Si, sono d’accordo con te!